
24 Mar Motivare giocando
Il gioco come forte elemento motivatore
Lo puoi osservare nei bambini, ragazzi e adulti: quando c’è di mezzo il gioco, l’entusiasmo la fa da padrone. Stanchezza, noia, condizioni climatiche avverse, vengono segregati in secondo piano. La motivazione è alta!
Lo puoi notare a scuola e in ogni aula di formazione: l’apprendimento vissuto come un gioco produce risultati maggiori.
Quando sai motivare giocando dovrai occuparti meno del controllo della performance.
L’esperto in consulenza manageriale Chuck Coonrad (autore del best-seller “The Game of Work“) narra della sua esperienza nel commercio di generi da drogheria. In particolare notò che, nel reparto freezer, i proprietari cercavano di prendersi cura dei loro dipendenti. Concedevano pause ogni ora per scaldarsi e offrivano salari generosi a compensare il disagio. Nonostante questo, i lavoratori si lamentavano aspramente del freddo pungente.
“Ma sei io prendessi queste stesse persone” rifletté Coonrad. “Gli mettessi un fucile da caccia in mano e le spedissi in un clima peggiore, direbbero che si stanno divertendo! Non dovrei neppure pagarle, pagherebbero loro!”
Motivare giocando richiede la capacità di trasformare in un gioco quello che, la maggior parte delle persone, considererebbe faticoso.

Motivazione e gioco nella storia
Se guardi al passato noterai che, i leader militari, hanno inventato molti modi divertenti per tenersi allenati in periodo di pace. Pensa ai tornei medievali e alle loro varie specialità. Molti condottieri tenevano i loro uomini pronti al combattimento attraverso giochi e sfide, anche molto cruente. Le antiche olimpiadi erano un modo divertente di mantenersi in forma, nell’antica Grecia dove il culto del corpo era molto considerato.
Durante questi momenti di gioco l’entusiasmo e la motivazione rimangono alti. La sconfitta diventa un modo per rivedere la strategia e la preparazione.
Motivare giocando, le caratteristiche più importanti
La chiarezza dell’obiettivo da raggiungere, le azioni da compiere e la misura dei successi/fallimenti, sono elementi imprescindibili del gioco.
Che sia infilare una palla in un canestro, buttarla nel campo avversario o mettere sotto scacco il re avversario, la persona sa bene cosa deve fare per vincere e come misurare i suoi progressi.
Spesso il gioco è diviso in ruoli e ogni giocatore conosce perfettamente il suo, le aree di presidio e il modo di coordinarsi con gli altri.
Inoltre c’è un altro elemento importante: il fallimento. Quante volte hai sbagliato giocando? Quante volte l’errore è stato motivante? Tipicamente hai riprovato, magari preparandoti meglio, osservando i più bravi e imparando nuove strategie o competenze. Il tutto divertendoti senza lasciarti troppo abbattere dal momentaneo fallimento.
Anzi a volte il fallimento è motivante, è più facile annoiarsi in un gioco in cui si vince sempre. Motivare giocando significa inquadrare il fallimento come un semplice risultato (feedback) da cui trarre insegnamento per migliorarsi in futuro.
L’abilità di un buon leader è riuscire a trasportare questo concetto sul lavoro, permettendo tentativi ed errori, insegnando a trarre insegnamento, incrementando così la propria abilità. Ricordati che un leader crea, mentre un manager reagisce!

Motivare alla presenza giocando a… poker
In una grossa azienda con problemi di assenteismo, il leader s’inventò una strategia vincente. Per ogni mese di presenza (e puntualità) continuata, consegnava una carta da gioco al lavoratore. Dopo sei mesi, chi aveva la mano di poker migliore, vinceva un grosso premio, poi il secondo e il terzo classificato con premi decrescenti.
Il problema dell’assenteismo fu risolto in maniera divertente e senza il bisogno di punire e controllare.
Rispetto al tuo ambiente, alle persone che stai guidando, puoi inventarti modi giocosi e divertenti per motivarli. Con l’aiuto di un counselor sistemico sarai guidato nella strategia migliore e più adatta al tuo team.
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