
05 Ott Le brutte notizie battono le buone
Brutte notizie e pericoli, il cervello le riconosce prima
Diversi esperimenti al neuroimmaging hanno mostrato che il cervello umano (in particolare l’amigdala) ha una risposta più intensa a una figura minacciosa, anche se visualizzata per pochi decimi di secondo.
Inoltre si è visto che, un viso arrabbiato viene percepito immediatamente in mezzo a una serie di volti felici, mentre una sola faccia felice non spicca in una folla di volti arrabbiati. (per approfondire gli studi vai qui e qui).
A quanto sembra i pericoli sono percepiti con maggiore attenzione (come le brutte notizie hanno un peso maggiore di quelle buone).
Un’abilità utile alla sopravvivenza
Sembrerebbe che, la risposta a una minaccia corra su un circuito preferenziale. In effetti, se pensiamo al vantaggio evolutivo, un essere che abbia una risposta più veloce ai pericoli ha maggiori probabilità di sopravvivere e passare il proprio codice genetico.
Quindi volti (anche schematici e mostrati per pochissimo tempo) arrabbiati o minacciosi, siano elaborati in maniera più veloce ed efficiente dei volti schematici felici.
Il cervello umano (ma anche di molti altri animali) ha attivato un meccanismo con il compito di dare la precedenza alle minacce (o brutte notizie). Al momento non è stato individuato nessun meccanismo altrettanto rapido a riconoscere le buone notizie.

Scenari problematici… o catastrofici
Anche nel prospettare un evento emotivamente significativo, la mente umana tende a immaginare i problemi, le difficoltà… fino alla catastrofe totale. Un meccanismo utile per prevedere scenari a cui porre rimedio in anticipo. Meno utile se abbatte il nostro stato emotivo e ci paralizza.
Brutte notizie… simboliche
La risposta avviene anche dinanzi a minacce simboliche. Parole come crimine e violenza, attirano l’attenzione in misura maggiore di pace e amore. Il solo ricordo di un evento negativo (o potenziale negativo) è trattato come una minaccioso. Ci sono cambiamenti fisiologici (rilascio di ormoni ad esempio) e s’instaura anche l’accennata tendenza a evitare o affrontare, ritirarsi o protendersi avanti.
Opinioni su cui dissentiamo
L’attivazione davanti a una minaccia scatta anche quando udiamo opinioni in forte contrasto con le nostre. Una brutta notizia che ci fa alzare le barriere difensive.
Immagina di essere al lavoro e presentare un tuo progetto a cui tieni tanto. Il manager ti chiama per discuterne ed esordisce con:
“Il progetto è inaccettabile, ci sono diversi problemi…”
In meno di un quarto di secondo, il tuo cervello, registrerà la minaccia e si chiuderà a difesa (oppure il cervello di un tuo collaboratore se le parti sono invertite).
Ciliegie e scarafaggi
Lo psicologo Paul Rozin, nel suo ottimo articolo in “Personality and social Psychology Review” osserva che basta un unico scarafaggio a rovinare del tutto il carattere invitante di una ciotola di ciliegie.
Invece una sola ciliegia, in una ciotola di scarafaggi, non migliorerebbe per nulla il disgusto.
Immagino che, anche nel titolo del paragrafo, tu abbia provato più disgusto alla parola scarafaggi che piacere a ciliegie.
Avversione alla perdita
Il professor Rozin continua spiegando che il negativo vince sul positivo in molti aspetti. Ad esempio nell’avversione alla perdita, nella persistenza di stereotipi negativi piuttosto che positivi o nella gestione di feedback positivi e negativi.
Alcuni studiosi in un articolo dal titolo “Bad is stronger than good” hanno osservato che i genitori e i feedback cattivi hanno più influenza dei genitori e feedback buoni. Le informazioni negative sono elaborate in maniera più completa di quelle buone.
Questo vale anche in ambito professionale, nelle relazioni con i collaboratori. L’asimmetria fra feedback positivi e negativi arriva anche a 5 a 1. In effetti, basta una sola azione a guastare una relazione coltivata per anni e anni.
Brutte notizie e cambiamento
Quando un manager deve introdurre un cambiamento ha solitamente delle resistenze. Mantenere lo status quo è una delle caratteristiche del cervello umano. Inoltre fra i collaboratori che otterranno vantaggi e quelli che otterranno svantaggi, i secondi saranno più motivati a ostacolare il cambiamento di quanto i primi sono motivati a promuoverlo.
Un aspetto di cui tenere conto nell’esercizio della leadership e nell’incentivare la motivazione a prendersi dei rischi.
Costruire relazioni di successo passa anche da conoscere come funziona la mente delle persone. Sia in campo professionale che personale. Circondarsi di relazioni virtuose aiuta a raggiungere più facilmente i propri obiettivi e una vita di benessere.
Riconoscere le proprie aree di successo e quelle di miglioramento con un coach e counselor è più facile e veloce.
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