
02 Ott Narrare il trauma
Narrare il trauma, far uscire la “bestia”
Spesso, persone che hanno subito un trauma o vivono un’esperienza dai forti connotati negativi, si chiudono nel silenzio. Magari rimuginano mentalmente rivivendo l’esperienza e provando lo stesso disagio, proprio come se avvenisse nuovamente… e ancora… e ancora…
La narrazione è un ottimo modo per elaborare la realtà e ridefinirla in maniera più utile. Sì ridefinirla, perché quando cambi la narrazione di un evento, cambi ciò che l’evento rappresenta per te e cambi le emozioni associate.
Inoltre è un ottimo modo per condividere il peso di ciò che si ha dentro.

Narrare il trauma, la situazione disfunzionale, ciò che ci causa stress
La potenza del narrare vale, oltre che per il trauma, anche per situazioni stressanti e disfunzionali. Sia sul posto di lavoro che nella vita privata, nelle relazioni, davanti alle crisi che incontriamo sul percorso da noi scelto.
L’ho visto molto bene durante la pandemia di COVID19 e il successivo lock down. La narrazione di questo evento (da parte dell’azienda, del management e del lavoratore) influiva sul suo modo di reagire alla situazione e sulla possibilità di accedere alle sue risorse.
Nei nostri sportelli di ascolto, narrare una situazione spiacevole, ha aiutato molti a ridefinire e ridefinirsi per trovare più opzioni di soluzione.
Più parole hai…
Per questo più è ricco il tuo vocabolario, più hai facilità di narrare, specificare, ridefinire, declinare sentimenti e sensazioni.
«I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo», scriveva Ludwig Wittgenstein. Intendendo che, più povero è il linguaggio, più è difficile comprendere il Mondo, sia esterno che interno. Più sono limitati gli strumenti del “narrare” più è complicato circoscrivere la realtà, dargli una forma e comprenderla. La stessa cosa vale per sentimenti ed emozioni, più è limitato il mio linguaggio, meno possibilità ho di spiegare (e spiegarmi) quella sensazione che ho dentro.
Narrare il trauma correttamente
Naturalmente non stiamo parlando di una sequela ininterrotta di lamentele, domande disfunzionali e semplice sfogo emotivo. Che, se in un primo momento, possono essere comprensibili, alla lunga non fanno altro che rimestare nel pantano del trauma. Una narrazione funzionale comincia dalla percezione dell’evento, magari considerando anche altri punti di vista e arrivando a domande che aiutino la persona a esplorare cosa può fare per uscirne.
Una narrazione funzionale esplora tutte le opzioni, cause e conseguenze allo scopo di metterle in ordine ed elaborarle. Se il trauma è molto forte si può narrare in maniera dissociata, magari in terza persona, oppure si può costruire una narrazione di fantasia che utilizzi metafore.
Con il supporto professionale di un Mental Coach e Counselor, puoi trovare la narrazione dell’evento più adatta a te e, dopo averla, specificata, definita e strutturata, valutare le opzioni a tua disposizione per gestirla al meglio.
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