
30 Mag Il Leader non gestisce le persone!
Quando lavoro sulla leadership, la richiesta che mi sento fare maggiormente dai miei clienti è:
Come faccio a gestire le persone?
In effetti, parlando di leadership, si dà come presupposto che l’impegno maggiore sia gestire le persone. Come se, da bravo burattinaio, il leader avesse bisogno dei fili giusti con cui muovere i propri collaboratori.
La risposta a questa domanda è:
Che le persone non possono essere gestite!
A questo punto la perplessità si disegna sul volto del manager davanti a me (e probabilmente anche sul tuo che stai leggendo).
Riflettiamo un momento, nella vita di tutti i giorni riesci a gestire (nel senso di controllare) il tuo partner? I tuoi figli? Gli amici? I vicini?
Direi che non è possibile. Quindi esci dal loop di cercare di controllare la persona e occupati di ciò che è sotto il tuo controllo.
Vedo molti manager cercare di controllare le emozioni e la personalità altrui, addirittura i comportamenti, creando un clima di controllo poco utile all’ambiente aziendale e alla motivazione del collaboratore.
Questo atteggiamento sottrae molte energie ed è inutile!
se non dannoso!
Un buon leader gestisce il consenso
Un buon leader gestisce gli accordi e le regole
Un buon leader gestisce la relazione
Crea accordi e regole con il tuo team su un piano adulto. Esprimiti sempre in modo rispettoso, senza scivolare nell’intimidatorio o saccente. Condividere accordi e regole su questo piano promuove la comunicazione (che è il lubrificante della relazione), incrementa il rispetto e il senso di responsabilità.
Questo autunno ho lavorato con Giorgio, manager di una grossa azienda, riguardo un problema relazionale con un suo collaboratore. Ogni volta che erano in disaccordo su qualcosa (e capitava spesso) i toni si facevano accesi e finivano per discutere fin troppo animatamente, lasciandosi senza concludere nulla di buono.
Ho consigliato di stringere un accordo con il collaboratore, qualcosa tipo: ci impegniamo entrambi a mantenere toni civili nelle nostre discussioni e a focalizzare la nostra attenzione sulla soluzione del problema, lasciandoci sempre con una proposta da mettere in atto.
Al collaboratore è piaciuto molto questo tipo di approccio, che presupponeva anche un impegno da parte del leader, nei mesi successivi lo hanno messo in pratica con sempre maggior successo, tanto da far proseliti nel resto dell’azienda.

Il valore aggiunto più grande riguarda la comunicazione che è onesta, aperta e adulta. Quindi anche la relazione migliora, salendo di un livello. Non c’è un capo che bacchetta e dà ordini, ma due professionisti che prendono accordi riguardo a un aspetto del loro lavoro.
Trova il tempo per parlare al tuo collaboratore, rinforza l’intesa facendo domande utili a costruire la relazione, ad esempio:
cosa ti serve sapere per svolgere bene questo compito?
cosa ti serve avere per incaricarti di quella mansione?
cosa posso fare io per facilitarti la conduzione del progetto?
Domande aperte che consentono all’altra persona di spiegare e spiegarsi, di sentirsi trattato come un adulto in un rapporto bilaterale, che prevede impegno da entrambe le parti.
Concludi poi rinforzando l’intesa:
Posso contare su di te perché la cosa sia fatta con il massimo impegno? Mi puoi assicurare entro la data decisa?
In questo modo due professionisti hanno stretto un accordo, mantenendo mutuo rispetto e confrontandosi come adulti.
Nessuno è stato gestito!
La leadership è un’arte che s’impara, mantenendo le tue caratteristiche puoi diventare un ottimo leader per il tuo team è farlo in maniera piacevole e con minor dispendio di energie, per approfondire contattami qui.