
20 Nov Il Leader non gestisce le persone!
Quando lavoro con aspiranti leader, la richiesta che mi sento fare maggiormente è:
Come faccio a gestire le persone?
In effetti, parlando di leadership, si dà come presupposto che l’impegno maggiore del leader sia gestire le persone. Cioè fargli fare quello che vuole il capo e quando vuole il capo. Come se, da bravo burattinaio, il leader avesse bisogno dei fili giusti con cui muovere i propri collaboratori.
La risposta a questa domanda è:
Che le persone non possono essere gestite!

A questo punto la perplessità si disegna sul volto dell’aspirante leader (e forse anche sul tuo che stai leggendo).
Riflettiamo un momento: nella vita di tutti i giorni riesci a gestire (nel senso di controllare) il tuo partner? I tuoi figli? Gli amici? I vicini?
Restiamo fuori dal contesto lavorativo…
…immagino che, fra le tue conoscenze, ci siano persone che, se ti chiamano per un problema alle tre di notte, ottengono il tuo solerte aiuto.
Immagino anche che, fra le tue conoscenze, ci siano persone che, se ti chiamano per un problema alle tre di notte, ottengono un cortese rifiuto.
Che differenza c’è fra questi due gruppi?
Probabilmente la relazione che hanno costruito con te.
Nessuno può gestirti (nel senso di obbligarti a uscire di casa in piena notte). È una tua scelta. Allo stesso modo, per quanto da leader avrai leve per incentivare (o punire) l’altro, non puoi in alcun modo controllarlo.
Il leader che cerca di gestire perde tempo ed energie.
Vedo molti manager cercare di controllare le emozioni e la personalità altrui, addirittura i comportamenti, creando un clima di controllo poco utile all’ambiente aziendale e alla motivazione del collaboratore. Utilizzare massicciamente premi e punizioni per far “rigare diritto” il collaboratore.
Questo atteggiamento sottrae molte energie ed è dannoso!
Un buon leader gestisce il consenso
Un buon leader gestisce gli accordi e le regole
Un buon leader gestisce la relazione
Crea accordi e regole con il tuo team su un piano adulto. Esprimiti sempre in modo rispettoso, senza scivolare nell’intimidatorio o saccente. Condividere accordi e regole su questo piano promuove la comunicazione (che è il lubrificante della relazione), incrementa il rispetto e il senso di responsabilità.
Questo autunno ho lavorato con Giorgio, manager di una grossa azienda, riguardo un problema relazionale con un suo collaboratore. Ogni volta che erano in disaccordo su qualcosa (e capitava spesso) i toni si facevano accesi e finivano per discutere fin troppo animatamente, lasciandosi senza concludere nulla di buono.
Ho consigliato di stringere un accordo con il collaboratore, qualcosa tipo: ci impegniamo entrambi a mantenere toni civili nelle nostre discussioni e a focalizzare la nostra attenzione sulla soluzione del problema, lasciandoci sempre con una proposta da mettere in atto.
Al collaboratore è piaciuto molto questo tipo di approccio, che presupponeva anche un impegno da parte del leader,. Nei mesi successivi lo hanno messo in pratica con sempre maggior successo, tanto da far proseliti nel resto dell’azienda.
Il valore aggiunto più grande riguarda la comunicazione che è onesta, aperta e adulta. Quindi anche la relazione migliora, salendo di un livello. Non c’è un capo che bacchetta e dà ordini, ma due professionisti che prendono accordi riguardo a un aspetto del loro lavoro.
Trova il tempo per parlare al tuo collaboratore, rinforza l’intesa facendo domande utili a costruire la relazione, ad esempio:
cosa ti serve sapere per svolgere bene questo compito?
cosa ti serve avere per incaricarti di quella mansione?
cosa posso fare io per facilitarti la conduzione del progetto?
Domande aperte che consentono all’altra persona di spiegare e spiegarsi, di sentirsi trattato come un adulto in un rapporto bilaterale, che prevede impegno da entrambe le parti.
Concludi poi rinforzando l’intesa:
Posso contare su di te perché la cosa sia fatta con il massimo impegno? Mi puoi assicurare entro la data decisa?
In questo modo due professionisti hanno stretto un accordo, mantenendo mutuo rispetto e confrontandosi come adulti.
Nessuno è stato gestito!
Se hai problemi con un collaboratore non chiederti: “perché non fa quello che dico?“; piuttosto la domanda corretta è: “che tipo di relazione ho costruito con il mio collaboratore?“
Ovviamente le caratteristiche di un leader non finiscono qui. La leadership può essere allenata e migliorata. Le capacità comunicative e relazionali possono essere affinate e implementate. Con il supporto di un counselor e mental coach puoi rinforzare la tua leadership in un percorso che, passo dopo passo, ti porterà a creare il tuo personale stile per guidare il tuo team.
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