Manager falegname o manager giardiniere? - Umberto Maggesi Consulente
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Manager falegname o manager giardiniere?

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Manager falegname o manager giardiniere?

Manager e strategie d’eccellenza

Come manager ti senti più un artigiano, ad esempio falegname, o un giardiniere?

Non sono impazzito (giuro) sto parlando di strategie diverse che funzionano su ambiti differenti.

Un buon falegname…

ha un metodo di lavoro tendenzialmente costante. Sa che è importante programmare, preparare la zona di lavoro, prendere le misure (anche due o tre volte) poi tagliare, controllare ciò che è stato fatto prima di proseguire. Avendo bene in mente il risultato che vuole ottenere, procede determinato, ma tranquillo, seguendo ciò che gli è stato tramandato.

Un buon giardiniere…

…sa che ogni terreno è differente, si assicura di comprendere bene quali sono i punti di forza e quali quelli da migliorare. Si concentra sulla buona preparazione dell’ambiente (terreno, nutrienti, acqua, esposizione solare, gestione dei parassiti) e lascia che le piante crescano da sé. Ha un’idea generale di quello che vuole, ma lascia alla natura buona parte dell’iniziativa e certamente non interviene nel processo di crescita.

Manager e collaboratori

Dal momento che il manager ha a che fare con persone, ritengo l’approccio “giardiniere” più funzionale. Ovvio che ci sono compiti, obiettivi e scadenze, ma più che controllare, limare, tagliare il processo del collaboratore, ho trovato più funzionale dove si crea un ambiente che stimoli i collaboratori a confrontarsi, dare il meglio e motivarsi fra di loro.

Curare l’ambiente piuttosto che le persone. Lasciare che la collaboratrice o il collaboratore crescano secondo le loro peculiarità e tendenze.

L’ambiente facilitante… facilita anche il lavoro del manager

Concentrarsi sull’ambiente, su una comunicazione fluida fatta di feedback puntuali e precisi. Costruire un team con molte occasioni di crescere, dove una divertente e leggera competizione motiva i membri a dare il meglio. Un ambiente in cui la comunicazione è davvero a due vie e critiche, disaccordo e proposte vengono davvero prese in considerazione. Tutto questo, una volta avviato, facilita il lavoro del manager in quanto meno bisognoso di controllo e sicuramente non del controllo di ogni lavoratore/lavoratrice.

Come un buon giardiniere sa scegliere il posto giusto a ogni pianta, anche il manager deve sapere dove posizionare le sue donne e i suoi uomini, affinché possano crescere al meglio.

Costruire un ambiente inclusivo, motivante e di alta crescita è possibile e auspicabile nel mercato di oggi.

Con il supporto di un counselor  e mental coach puoi fare un’analisi dei tuoi team e trovare la strada migliore per costruire l’ambiente più efficace alla tua situazione. Con l’istituzione di uno sportello di counseling puoi mantenere il tuo giardino rigoglioso e dare a ogni pianta ciò di cui ha bisogno per dare il meglio di sé.

Per ogni informazione scrivimi QUI.

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by Umberto Maggesi Tempo di lettura: 3 min