05 Giu Proprietà emergenti, caratteristiche da promuovere
Proprietà emergenti, siamo più della somma delle singole parti
Le proprietà emergenti sono state definite per la prima volta da Conwoy Lloyd Morgan e Charles D. Broad. I due studiosi notarono che, nel corso dell’evoluzione naturale, emergono fenomeni nuovi e imprevedibili in base alla conoscenza degli stadi evolutivi precedenti. Queste proprietà emergenti non sono deducibili dallo studio delle componenti di base ai quali esse sono associate.
Riesco a essere più chiaro con un esempio. Sai dirmi a che sostanza si riferisce la formula qui sotto?
Se non sei un chimico difficilmente sai riconoscerlo, poco male: si tratta del glucosio, uno dei componenti dello zucchero.
Ma forse puoi rispondere a un’atra domanda, quali dei tre componenti del glucosio, idrogeno (H), ossigeno (O) e carbonio (C) è dolce?
Uno dei tre deve esserlo per forza, quale…?
Quale dei tre trasferisce la sua proprietà “dolce” al glucosio?
Ebbene, nessuno! Idrogeno, ossigeno e carbonio non sono dolci. Il sapore dolce del glucosio è una proprietà emergente, frutto di quelle particolari relazioni, in quell’ordine, dei tre elementi chimici. Non esiste prima, non può essere prevista studiando i tre elementi separatamente. La proprietà emergente esiste solo a quel livello e con quel tipo di sistema.
Anche la mente umana
Il pensiero è una proprietà emergente del nostro cervello che però non può essere studiata o prevista analizzando neuroni, sinapsi, dendriti o i loro componenti chimici. È una proprietà emergente risultato del sistema complesso “cervello” e forse del sistema complesso “cervello-corpo”.
Anche i team hanno proprietà emergenti
Il manager di fronte alle proprietà emergenti
Il team di cui fai parte ha sicuramente delle proprietà emergenti. Idee, progetti, lavori che nessun membro potrebbe portare avanti singolarmente. Quante volte è capitato che l’idea di un singolo fosse modificata, adattata, implementata dalle competenze dei colleghi, poi rivista nella fase operativa… con il contributo di ogni membro e risultato della relazione, confronto e collaborazione di tutto il team.
Il manager, soprattutto al giorno d’oggi, deve conoscere cosa può fare (e creare) il proprio team e come metterlo nelle migliori condizioni per manifestare le migliori proprietà emergenti. Provare cosa funziona e riconoscere i circoli viziosi e le dinamiche disfunzionali.
Facile?
Non proprio, anche per i numerosi impegni cui i manager devono far fronte, la complessità del mercato di oggi e le sfide cui ci pone. Il counseling sistemico può aiutarti in questo senso. Con un counselor sistemico puoi analizzare efficacemente le dinamiche del tuo team, osservare come lavora, come comunica, come si relaziona e quando produce i migliori risultati. Notare eventuali circoli viziosi e implementare tecniche e strategie per renderli più utili agli obiettivi del team.
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