
14 Dic Autostima nel bambino, lodi disfunzionali
Autostima nel bambino, coltivarla con i giusti “nutrienti”
Ormai è risaputo che i feedback positivi (segnali di apprezzamento) sono importantissimi per incrementare l’autostima nel bambino. Tuttavia, sgolarsi in lodi continue e sperticate, porta al risultato opposto.
Per prima cosa voglio far passare un concetto importante: l’autostima si fa. Non è qualcosa che il bambino ha oppure non ha. Per alcuni bambini sarà più facile, per altri un po’ più impegnativo, ma l’idea che sia qualcosa di innato è sbagliata, come molte ricerche in ambito psicologico hanno dimostrato.
Comunicazione e autostima, costruisci la relazione con il tuo bambino
Se mi segui da un po’ hai perfettamente chiaro il concetto che la relazione è frutto della comunicazione. L’unico modo che abbiamo per relazionarci (e influenzare le altre persone) è un’adeguata e funzionale comunicazione. Tutto questo vale anche per aiutare il tuo bambino a rinforzare l’autostima.

Lodi e rinforzi
Poco sopra ho parlato di lodi disfunzionali perché è credenza comune che il feedback positivo (o di rinforzo) significhi lodare il bambino. Nulla di più sbagliato. Vediamo invece di entrare nel merito di quali tipi di lodi possono aiutare o distruggere l’autostima del bambino.
Loda le capacità e non il risultato!
È un errore da non sottovalutare, il più immediato e facile che però causa diversi problemi. La mente del bambino deve essere focalizzata sul duro lavoro, è questo l’elemento che influirà davvero sull’autostima e sulla percezione di autoefficacia.
Lodare il risultato allontana l’attenzione dallo sforzo (oltreché non riconoscerlo). La mancanza di sforzo inciderà poi sul risultato. È sempre bene lodare lo sforzo, poiché elogiando la capacità, distruggeremo l’autostima.
In caso di un buon voto, piuttosto che “bravo per il voto” un feedback più corretto è “bravo per essere stato attento in classe e aver studiato con costanza a casa“.
Lodi generalizza e autostima nel bambino
Essere specifico nella lode al bambino lo aiuta a focalizzarsi su ciò che ha fatto bene. Frasi del tipo “sei proprio intelligente”, “sei un matematico nato” sono controproducenti. Con questa comunicazione rinforzi il concetto di una qualità che lui ha in sé, in caso di fallimento o richiesta di maggiore impegno, il bambino tenderà a smettere di sforzarsi.
“Hai fatto un buon lavoro”, “ti è venuto proprio bene”, restano sul comportamento e presuppongono un impegno dietro al risultato. Impegno che potrà aumentare in futuro con sfide più impegnative.
Fare pressione distrugge l’autostima del bambino
Lodare continuamente sul risultato o doti su cui il bambino non ha controllo (portato, intelligente, un artista, un atleta…) rischiano di metterlo sotto pressione compromettendo l’autostima. Il desiderio di far sempre meglio… di sentirsi in obbligo a far sempre meglio, stress e ansia sono sintomi da non sottovalutare.
Lo sforzo è buona cosa sempre. Il risultato che sia stato raggiunto o meno non deve determinare la lode o la sua assenza. Certo che, se il risultato non è stato ottenuto bisognerà operare qualche cambiamento, ma sempre sul percorso. Considera che alle volte gli elogi, soprattutto se eccessivi, non sono necessari.
La comunicazione consapevole è un’arte che puoi imparare, con il supporto di un coach e counselor puoi apprendere strumenti e strategie per costruire relazioni migliori, sia in ambito professionale che personale.
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