
04 Nov L’illusione di sapere crea… mostri
L’illusione di sapere ha sempre accompagnato l’Uomo
Con il Web questo bias cognitivo è balzato all’evidenza. Tuttavia è sempre esistito. L’illusione della conoscenza o illusione della profondità esplicativa, come lo hanno definito Steven Sloman e Philip Fernbach, ricercatori e psicologi cognitivi: è la percezione di conoscenza riguardo a un argomento di cui non sappiamo nulla o pochissimo.
Lo vediamo principalmente sui social (o magari in chiacchierate informali con amici). Luoghi dove ogni persona può diventare “esperto”… di ingegneria civile (nel caso del disastro del ponte Morandi di Genova)… di gestione del traffico, sparando soluzioni semplici a un problema complesso… virologo o epidemiologo (nel caso del COVID19)…
Puoi sbizzarrirti ogni giorno a notare come, non addetti ai lavori, riescono a riempire di post trasudanti certezze incrollabili, giudizi trancianti e una certa supponenza per tutti i critici.
Spesso lo vediamo nei giudizi sulle scelte dei leader politici, ognuno ha un’idea precisa di come andrebbero gestite le crisi economiche, la disoccupazione, l’ambiente….
Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, ma l’illusione della conoscenza.” (Stephen Hawking)
Un interessante test sull’illusione di sapere
All’università di Yale, gli psicologi cognitivi, Leonid Rozenblit e Frank Keil, hanno condotto uno studio su un gruppo di studenti. Inizialmente è stato chiesto di esprimere, attraverso un voto, la propria conoscenza riguardo al funzionamento di certi oggetti. Tra cui lo sciacquone del bagno. Dopo di che gli è stato chiesto di scrivere una descrizione dettagliata del loro funzionamento. Infine di dare nuovamente una valutazione numerica del grado di conoscenza del funzionamento dell’oggetto. Il secondo voto, dopo lo sforzo di spiegare, era sempre più basso del primo.
Per questo motivo molti si ritengono autorizzati ad argomentare su qualcosa che non conoscono bene. Queste persone non distinguono le opinioni dai fatti. Le credenze dalla conoscenza.
L’illusione di sapere cristallizza le nostre opinioni
Quando l’evidenza di come funziona il mondo, mette in dubbio le nostre certezze, siamo disposti a cambiare l’idea che abbiamo riguardo alla nostra conoscenza.
Se però si passa ad argomentare le nostre opinioni, ecco che diventiamo sordi a eventuali incoerenze. Anche se a farcele notare è un esperto del settore.
Qui la questione è molto personale. Si mette in discussione la nostra coerenza rispetto a fatti che crediamo “giusti” (pensiamo alla politica ad esempio). In questo caso si notano tutti gli elementi a favore della nostra idea, ignorando quelli contro.
Anziché raccogliere informazioni che mettono in discussione i nostri pregiudizi cognitivi, l’attenzione si focalizza sugli aspetti a favore.
Avere opinioni personali è sacrosanto. Il problema è quando cristallizziamo queste opinioni rivestendole come verità assolute e rimaniamo sordi a ogni critica o evidenza negativa.

Aumenta la tua consapevolezza
In questo caso l’umiltà aiuta a evitare scivoloni e pessime figure. Ascolta attentamente i più esperti, fai domande per comprendere cosa ti è sfuggito o cosa non hai compreso dell’argomento.
Poi cerca tutte le informazioni, studi, ricerche che contraddicono le tue opinioni. Leggile con mente aperta e confrontati ancora con un esperto se hai qualche dubbio.
Importante il tuo atteggiamento durante il con-fronto (insieme e di fronte) alla ricerca della conoscenza, non della ragione di uno o dell’altro.
Nella crescita personale e nell’aumentare la tua consapevolezza, con un coach e counselor, puoi ottenere velocemente grandi risultati.
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