Modellare significa prendere ispirazione da un modello

nel mental coaching il modellamento è una strategia che aiuta a comprendere come “funziona” un determinato modello e adattare quel comportamento alla propria vita.

Spesso utilizzo questa strategia nel mio lavoro. Si può modellare una persona conosciuta o una persona famosa, prendendo ispirazione dal modello ideale che si ha.

I giovani imparano in questo modo

Il modellamento non è un’invenzione, ma il modo naturale con cui imparano i bambini, seguendo alcune specifiche fasi:

1. l’assunzione di un modello;

2. la memorizzazione di una sua immagine;

3. l’imitazione del modello;

4. la radicalizzazione del modello;

5. l’identificazione con il modello.

Tipicamente le figure di riferimento sono i genitori (se ben presenti nella vita del bambino) o gli educatori (maestri, insegnanti, allenatori…). Oppure ciò che gli propone la società e che, il giovane, radicalizza e in cui si identifica, anche in maniera inconsapevole.

Le figure di riferimento nella società di oggi

Guardandoti in giro, osservando la televisione, scorrendo i social media e Internet, puoi farti un’idea dei modelli a cui si ispirano i giovani (e anche meno giovani) di oggi. Osservando le figure principali che una società modella puoi farti un’idea di dove, quella società, sta andando. Quali valori sposerà e che tipo di comportamenti agirà.

Mohamed Mashally una vita per gli altri

Voglio parlarti di una persona che, a mio avviso, dovrebbe essere fatta conoscere a tutti i livelli. Mohamed Mashally era un dottore (era perché è venuto a mancare il 28 luglio 2020) che si è speso per gli altri.

Mashally si era laureato con 110 e lode al Qasr Al-Aini Medical College nel 1967. Diventò capo famiglia dopo la morte del padre, e dovette lavorare duramente nelle campagne egiziane.

Un episodio gli fece decidere di dedicare la sua vita e le sue conoscenze mediche al servizio dei poveri: un bambino gli morì tra le braccia a causa dell’incapacità della sua famiglia di fornirgli medicine.

Mohamed Mashally aveva una sua struttura di ricovero e cura aperta a tutti (di ogni etnia e religione), in particolare a coloro che non potevano permettersi di pagare una parcella e i farmaci. Molti pazienti erano bambini perché la sua specializzazione era in pediatria.

Il dottor Mashally andava avanti con donazioni e come poteva. Non aveva un’automobile, né un telefono cellulare. La sua vita era scandita dalle cure e dalle attenzioni verso i suoi pazienti e null’altro.

Per sé non ha trattenuto nulla se non la soddisfazione di aver restituito a molti salute, fiducia e speranza. Tutto questo per mezzo secolo, anche da pensionato, fin quanto ha potuto.

Quando uno dei ricchi signori del Golfo ha sentito parlare della storia del dottor  Mohamed Mashally, gli ha regalato 20 mila dollari, gli ha dato anche un’auto per spostarsi.

Dopo un anno, al suo ritorno in Egitto, l’uomo benestante ha scoperto che Mohamed aveva venduto persino l’auto per aiutare i suoi poveri pazienti, anche per acquistare materiali, analizzatori.

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