
27 Feb Pensiero dicotomico, pericoli delle distorsioni cognitive
Pensiero dicotomico, tutto o niente
Sei nel mezzo di un esame universitario a un certo punto una domanda ti coglie impreparato. Il pensiero che stai mandando a monte tutto sorge spontaneo. Le tue prestazioni calano. Non ci metti più attenzione per il resto della performance perché “tanto ho mandato a monte tutto”.
Questo è un esempio di pensiero dicotomico, dove ogni prestazione inferiore al 100% è considerata 0%. Il pensiero dicotomico divide il Mondo in tutto o niente. Un progetto lavorativo. Una relazione sentimentale. L’opinione su una persona. Una prestazione di qualsiasi genere.

Il pensiero dicotomico non aiuta
Nel mio lavoro di counselor e coach mi è capitato di avere a che fare con clienti “tutto o niente”. Pensiero che taglia il Modo in bianco o nero, senza sfumature, senza minimamente entrare nel merito di distinzioni più sottili.
“La mia vita è uno schifo”
“Al lavoro va tutto male”
“Il collega è un parassita nullafacente”
“Il mio matrimonio è un fallimento”
Veri e propri bias cognitivi che ingabbiano il pensiero chiudendolo in un circolo vizioso. Vero che tutti abbiamo momenti in cui il pensiero dicotomico ci assale. Quando “vediamo tutto nero” a seguito di un evento particolarmente brutto o una grande delusione. Ma diverso è applicarlo in toto alla propria visione del Mondo e della realtà.
Nella coppia distrugge la relazione
Se uno dei partner è schiavo del pensiero dicotomico sarà molto difficile conviverci. Molto rigido e schematico avrà una serie di comportamenti che reputa “giusti” e una serie di comportamenti che reputa “sbagliati”. Senza se e senza ma. Nessuna sfumatura. Avrà improvvisi sbalzi di umore (o molto felice o molto arrabbiato) e chiusura a ogni tipo di confronto (questo è giusto, si fa così. Quest’altro è sbagliato, non si fa).
Risentimento, rancore e rabbia la faranno da padroni. La chiusura comunicativa decreterà la fine della relazione. Nessuna crescita, evoluzione e cambiamento sarà possibile.
Anche in ambito professionale non è utile
Immagina una riunione del tuo team per discutere un progetto. Hai un collaboratore che getta nel cestino tutto quanto. Il collega è critico in toto sostenendo che è tutto sbagliato, che non è un progetto funzionale. A domande di specificazione e distinzione non risponde chiudendosi nella totale disapprovazione.
Vale anche il contrario: un’idea o progetto accolta positivamente in toto. Sordo alle critiche e alle perplessità dei colleghi, il collaboratore si rifiuta di mediare, considerare alternative, rivedere una parte di quella idea.
Che contributo può dare un collaboratore schiavo del pensiero dicotomico? Se poi questi è il leader del gruppo?
Il pensiero dicotomico racchiude diversi pericoli
- Riduce la qualità delle scelte che possiamo fare;
- Limita la possibilità di mediare e prendere in considerazioni alternative;
- Crea tensione e frustrazione nel gruppo;
- Aumenta la rigidità mentale. Chiude orizzonti;
- Studi dimostrano che è correlato alla depressione e ai disturbi alimentari (Fairburn et al., 2003; Dove et al., 2009);
- Limita la capacità di leggere e comprendere la realtà;
- Impedisce soluzioni funzionali ai problemi;
- Distrugge le relazioni e allontana le persone;
- Rende le persone più manipolabili;
Uso massivo dei social network
Anche un uso massivo e inconsapevole dei social network può incrementare il pensiero dicotomico, dividendo il Mondo in “mi piace” e “non mi piace” senza sfumature, vie di mezzo o distinzioni.
Ascoltare, leggere e considerare anche opinioni diverse dalle proprie, esigenze dell’altro e motivazioni, allarga la mente. Questo non significa accettare, ma semplicemente avere la capacità (interesse, sensibilità, intelligenza) di analizzare le situazioni in maniera più ampia e complessa. Certo tutto questo richiede impegno e lavoro cerebrale, altre capacità che molti stanno perdendo.
Il circolo vizioso in cui ti ingabbia il pensiero dicotomico è un abisso senza fondo. “Ciò che non va bene, potrà solo andare peggio. Ciò che è sbagliato diventerà assolutamente irreparabile. Quello che è negativo si trasformerà in catastrofico. Al peggio seguirà il peggio… e non se ne esce”
Con un coach e counselor puoi rivedere i tuoi schemi di pensiero consapevolizzando quanto funzionali sono per il tuo benessere, le tue relazioni e il tuo lavoro. Potrai elaborare un più ampio ventaglio di scelte aprendo il tuo orizzonte e nuove e più utili possibilità
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