
25 Gen Il senso di colpa è poco utile
Senso di colpa e paralisi
Se da una parte, credo fermamente che quasi tutte le emozioni abbiano una qualche utilità, il senso di colpa si colloca fra gli stati emotivi meno utili. Soprattutto se diventa paralizzante.
Per senso di colpa paralizzante intendo quel sentimento rivolto a qualcosa che abbiamo fatto nel passato, quindi immutabile, che blocca le azioni presenti. La tendenza a rivangare (rivivere) l’esperienza e cominciare un dialogo interno ridondante su cosa avresti potuto fare, sul perché non hai fatto diversamente, se tornassi indietro…
Non si può. Non si può disfare ciò che è nel passato. È già accaduto e nulla di ciò che fai, pensi, ti dici o gridi al mondo può cambiarlo.
Il senso di colpa non è imparare dal passato
Il senso di colpa immobilizza nel presente a causa di qualcosa accaduta nel passato. Da forme lievi di irritazione/evitamento rispetto a un comportamento (o un rischio, una situazioni) a stai emotivi depressivi che paralizzano quasi tutta la vita.
Imparare dal passato significa agire nel presente in maniera diversa, provare altri schemi, altre strategie. Già il solo agire alleggerisce il senso di colpa, invece l’immobilità lo ampia facendoci restare in un circolo vizioso di pensieri immobilizzanti che succhiano energie fisiche ed emotive.
Il senso di colpa appreso da bambini
Il senso di colpa viene instillato da un certo tipo di messaggi reiterati in tenera età dalle figure di riferimento (genitori, maestri, educatori…). Ad esempio:
“Smettila di fare così altrimenti papà (mamma) ci rimane male”
“Ah, va bene, fai pure tutto quello che vuoi, non ascoltarmi sono solo tua madre (padre)!”
“Comportandoti così mi ferisci!”
Dall’infanzia si rischia di portarsi queste credenze anche sul lavoro, cercando in ogni modo di non scontentare il capoufficio e i colleghi. Spesso questo tipo di atteggiamento risulta dall’aver imparato a lasciarsi manipolare nell’infanzia e possono ritornare nell’adulto.
Senso di colpa autoimposto
Questo atteggiamento è più tormentoso del precedente. È il senso di colpa risultante dall’aver violato una norma o un codice morale. Peggiore e più profondo perché autoimposto. Tuttavia, ci si può contristare quanto si vuole, benché tale tormento non cambi di una virgola quanto accaduto.
È una reazione a certi standard che sono stati imposti (ad esempio uscire dall’ufficio tardi), ma che in realtà non hai fatto tuoi. Il passo iniziale è comprendere che, se anche ti dolessi in eterno, ti fustigassi o richiudessi in una prigione, non cambieresti una virgola di ciò che è stato.

Cambia atteggiamento, schemi, modi di fare…
Modifica il tuo atteggiamento rispetto a ciò che ti fa sentire in colpa. Anche perché, un vantaggio secondario del senso di colpa, è quello di essere usato come autorizzazione a rifare una determinata cosa.
Finché rimani attaccato al senso di colpa potresti autoassolverti e continuare a reiterare il comportamento. Diventa un espediente per evitare di correggerti. Immobilizzarti sul passato col senso di colpa è più facile che intraprendere ora la via rischiosa della crescita.
Il senso di colpa “aiuta” anche a recuperare quella sicurezza e protezione infantile, quando altri decidevano per te e si prendevano cura di te.
È altresì un mezzo per accaparrarsi l’approvazione degli altri anche se disapprovano il tuo comportamento. Con il senso di colpa (manifestato e ben pubblicizzato) dimostri di aver compreso di aver sbagliato (senza però, di fatto, cambiare qualcosa).
Qualche strategia utile per gestire efficacemente il senso di colpa
Ricordati che il passato è IMMUTABILE, malgrado tutta la cenere che puoi spargerti in testa, nonostante tutta la pena e il rimorso che puoi provare. È immutabile! Ripetiti (se vuoi scrivilo) che sentirti in colpa non modificherà il passato e non ti renderà una persona migliore!
Rifletti attentamente su ciò che stai evitando nel presente con il tuo senso di colpa. Oppure che tipo di comportamento ti permette di mantenere.
Se il comportamento riguarda una norma sociale (o qualcosa che non approva il tuo capo, il/la tuo/tua partner o i figli), rifletti sulla tua personale scala di valori e sull’opportunità di andare oltre e continuare ad agire secondo i tuoi valori, ma senza senso di colpa. Dal momento che l’approvazione altrui può far piacere, ma non è condizione indispensabile per stare bene. Valuta se le reali conseguenze del tuo comportamento sono piacevoli (o produttivi) per te.
Tieni un “diario della colpa”
Annota precisamente quando, con chi e per quali motivi ti senti in colpa. Rifletti e scrivi ciò che stai evitando sentendoti in colpa. Costruirai elementi utili a comprendere meglio questo stato d’animo. Puoi integrare con azioni specifiche nel presente atte a cambiare il tuo atteggiamento!

La gestione emotiva è un percorso importante nella conoscenza di te stesso, con il supporto di un coach e counselor puoi apprendere strumenti per consapevolizzare i tuoi schemi reattivi e strategie per cambiarli.
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